Trota Lago

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La cattura di trote in lago è comunemente chiamata "Pesca a Striscio".

Le tecniche si basano tutte su un concetto fondamentale: la rotazione dell'esca. La rotazione e movimento dell'esca hanno lo scopo di stimolare il più possibile il pesce all'abboccata, tenendo conto di tutte (o quasi) le variabili, ovvero la stagione, la presenza di correnti, la temperatura, la profondità etc.

La lenza viene costruita sfruttando un particolare piombo affusolato a forma di pera allungata, per evidenti questioni di idrodinamicità, chiamato Bombarda nelle grammature maggiori, o Piombino da striscio per quelle inferiori. Fulcro dell'intera azione di pesca, tali oggetti sono costruiti mediante una studiata combinazione di piombo vero e legno di balsa, (o solo piombo per determinati modelli) in una percentuale diversa in base al tipo di pesca che vogliamo attuare.

Tale rapporto zavorra/materiale galleggiante determina il movimento in acqua della bombarda, definito nel gergo Galleggiabilità, e indicato sulle bombarde stesse con una G. Questo significa che due bombarde a parità di peso, supponiamo 20 grammi, e con relative G di 8 e 15 grammi, avranno un peso effettivo in acqua appunto di 8 e 15 grammi, comportandosi quindi in maniera differente: più "leggera" e suscettibile ai richiami del filo la prima, meno la seconda (che quindi andrà sostenuta con una maggiore velocità di mulinello). Questi piombi relativamente galleggianti vengono inseriti nella lenza per tutta la loro lunghezza, tramite un tubicino passafilo che le attraversa. Una girella multipla, (cioè composta da più girelle inanellate una all'altra, in genere tre o quattro), collega la lenza madre, proveniente dal mulinello, al filo terminale, in modo da consentire il massimo della rotazione.

I mulinelli, robusti e capienti, riempiti fino all'orlo, vengono abbinati a canne superiori ai 3,5 mt circa. L'azione di pesca prevede il lancio e la caduta della lenza, a cui segue un tempo di caduta calcolabile in secondi. Il recupero viene svolto cercando di garantire all'esca un movimento credibile con continui saliscendi, accelerazioni e pause, cercando comunque di mantenere la corsia prescelta.

In base alle stagioni, abitudini alimentari e stimolo riproduttivo, la trota può essere individuata a diverse profondità nell'arco dell'anno: varia quindi il tipo di lenza (e relativa piombatura) da costruire.

Trota torrente

 

La pesca alla trota in torrente è una pesca di movimento che richiede preparazione fisica e una attrezzatura adeguata all'ambiente ed al tipo di pesca. Preparazione fisica perché l'attività si svolge prevalentemente sui fiumi di montagna dove non è certo facile camminare in pendenza fra sassi, massi e vegetazione selvaggia. Attrezzatura adeguata all'ambiente e al tipo di pesca perché non deve gravare sul fisico ed allo stesso tempo deve essere congeniale a tutte le situazioni di pesca che sul torrente cambiano repentinamente.

Stivali per entrare in acqua ma anche per camminare comodi sul terreno sconnesso e scarponcini per saltare da un sasso all'altro. Acquisti questi da fare senza badare a spese perché, ricordatevene, con i piedi sofferenti si rischia il KO. Gilet multitasche per dare un posto a tutta la nostra piccola attrezzatura. Utile in tal senso è anche il grembiule multitasche che ha anche la funzione di proteggere il nostro normale abbigliamento. La scelta dell'uno o dell'altro capo o di entrambi, è strettamente personale. Cinturone con contenitori porta esche. Porta pesci a tracolla o da appendere al cinturone. Occhiali polarizzati per vedere sott'acqua. Si devono scegliere lenti scure per il sole e di colore giallo per le giornate senza sole. Impermeabile per la pioggia da riporre nel marsupio del gilet.

La canna per la pesca alla trota in torrente è una canna speciale in quanto presenta caratteristiche uniche. Non c'è infatti specialità pesca sportiva che ne abbia una uguale. La principale caratteristica è la teleregolazione. Che cos'è la teleregolazione? E' la possibilità di allungare e di accorciare la canna ogni qualvolta lo si desidera, adattando la sua lunghezza alla distanza di pesca. E' un'esigenza strettamente legata all'azione di pesca che prevede la calata della lenza da sotto il cimino tenendo la canna in posizione orizzontale rispetto all'acqua. Da qui la necessità di avere nell'immediato una canna lunga cinque metri se il posto di pesca è a cinque metri e di dieci metri se il posto di pesca è a dieci metri. Per distanze superiori alla lunghezza massima della canna, si ricorre al compromesso del lancetto sottomano. Il pescatore però, deve sapere che la teleregolazione non è un dispositivo fornito dalle case produttrici di canne, è più semplicemente un intervento da fare nel momento in cui si legano gli anelli alla canna. Consiste nell'ingrossare con guaina auto restringente la legatura degli anelli posti sopra i pezzi della base (tre o quattro) in modo che da chiusi, possano incastrarsi perfettamente nel pezzo sottostante. Il traballamento in fondo dei singoli pezzi chiusi, è impedito da alcune linguette in neoprene, incollate sul fondo e all'interno d'ogni pezzo teleregolato. L'altra importante caratteristica della canna che salta subito all'occhio è la lunghezza che può arrivare a 13 metri. Normalmente è preferito il modello di 10 metri, ma in gara sono molto utilizzati anche i modelli di 11,50 e 13 metri. Lunghezze a prima vista esagerate per canne montate di anelli, ma che esagerate poi non sono, appena si prendono in mano. Sono tutto sommato leggere, molto bilanciate specie con una o più sezioni chiuse e, soprattutto, rigide. Qualità questa ultima fondamentale per l'azione di pesca perché senza di essa sarebbe impossibile manovrare le leggerissime "corone" con la canna tutta aperta. Ad ogni minimo tremore sarebbero aggrovigliate alla cima.

A queste canne ovviamente va accoppiato un mulinello che, per il lavoro che dovrà svolgere, non dovrà fornire particolari prestazioni se non quelle di avvolgere il filo senza favorire la formazione di asole e parrucche. Mulinelli quindi a bobina chiusa che permettono al pescatore di cedere o di raccogliere il filo con la massima tranquillità perché non forniscono appigli e, soprattutto, perché esercitano un controllo diretto sull'ingresso del filo in bobina.

In bobina è da preferire un filo fluorescente per la sua maggiore visibilità e di diametro abbastanza sostenuto perché, in caso d'incaglio, non deve rompersi. Al tratto di lenza piombata e, soprattutto, al terminale ci vogliono invece, fili più sottili, molto resistenti allo sfregamento e con una gran tenuta al nodo. In pratica, i soliti da terminali, ed in particolare quelli al 100% in fluorocarbon.

Tutti gli ami da trota vanno bene ma, essendo il lombrico l'esca più usata, sono da preferire quelli che hanno il gambo un poco più lungo del normale e che hanno una struttura molto robusta a dispetto del profilo sottile e una punta alta e affilatissima fornita di micro ardiglione.

Quattro sono i tipi di lenza maggiormente usati nella pesca alla trota in torrente: la corona di pallini, la spiralina, il pallettone e il pendolino. Vi è anche quella con il galleggiante e la micro ballerina, ma sono talmente particolari che meritano una spiegazione a parte. Come, del resto, la pesca a lancio con la bolognese e la pesca con le uova di salmone e la placenta. Questo mese vi parlerò della corona di pallini o Corona cuneese. La Corona cuneese è costruita su 90 centimetri di filo di diametro 0,20 - 0,22 mm. con, sotto e sopra, legate una girella rolling della misura 18 o 20. Sotto, per sveltire le operazioni di sostituzione dell'amo è preferita oggi la girella tripla o singola con l'attacco rapido. I pallini di piombo, una ventina circa, devono essere schiacciati sul filo tenendoli raggruppati in basso e, progressivamente, più aperti in alto. La misura del pallino, che determina anche il peso di tutta la corona, è scelta in base alla forza della corrente. Quindi, pallini di mm. 4 o misura 0 (zero) che pesano 0,40 gr. cad., per le corone pesanti; di mm. 3 o misura 4 che pesano 0,15 gr. cad. per le corone più leggere. In mezzo a queste, ovviamente, ce ne possono stare molte altre. Il disegno della corona non cambia. La corona però ha un problema: perde la sua configurazione non appena s'incaglia o è stirata dal peso di un pesce salpato al volo. La soluzione, mutuata dagli agonisti, è quella di usare un pallino di piombo extra duro. Un pallino speciale che va schiacciato sul filo con una pinza.

I lombrichi e le camole sono le esche più usate nella pesca alla trota in torrente ma, non meno efficaci sono il caimano bianco ed il caimano naturale. Eccezionali sono anche l'uovo di salmone e la placenta sulle trote iridee. Il loro innesco deve rispettare il principio della rotazione. Come nella trota lago.

L'azione di pesca è semplicissima. Si tratta semplicemente di posare l'esca nel punto dove si pensa possa esserci il pesce, lasciando alla corrente il compito di far girare l'esca. Inviti e rilasci, ovviamente non guastano, anzi, aiutano a stimolare la trota ed a passare da un posto di pesca all'altro senza estrarre la lenza dall'acqua. Molto stimolanti sono anche gli inviti e rilasci, dal basso verso l'alto.

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